Il quinto e ultimo appuntamento di Dialoghi di Scienza, presso il Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, ha offerto un ennesimo viaggio affascinante nel tempo, focalizzandosi sull’ Acinodonte (Acynodon adriaticus), un coccodrillo preistorico i cui resti sono stati rinvenuti al Villaggio del Pescatore, situato nel Comune di Duino Aurisina, vicino a Trieste. Il geologo Kevin Milocco, relatore dell’incontro, ha illustrato al pubblico le meraviglie di questo sito fossilifero unico.
Il Villaggio del Pescatore, infatti, si è rivelato una miniera di informazioni sul periodo del Cretaceo, mostrando che la biodiversità dell’epoca andava ben oltre i dinosauri – come i famosi Antonio e Bruno conservati nel museo triestino di storia naturale – con una varietà di organismi che offrono spunti per comprendere meglio gli ecosistemi antichi. Tra questi, vi è appunto l’Acynodon adriaticus che si presenta come una specie affascinante, offrendo un punto di vista diverso sulla fauna preistorica europea.
Milocco ha delineato la scoperta e lo studio dell’Acynodon, evidenziando l’unicità di questa specie rispetto ai coccodrilli contemporanei. L’Acinodonte, con le sue dimensioni ridotte e una dentatura peculiare, si distingue per le sue abitudini durofaghe, prediligendo molluschi e crostacei, diversamente dai suoi parenti moderni maggiormente carnivori.
Il cenote del Villaggio del Pescatore
Il sito del Villaggio del Pescatore ha fornito non solo ossa ma anche importanti dati geologici e paleoambientali. Milocco ha sottolineato come il luogo sia stato un cenote, ovvero una formazione carsica che ha permesso la conservazione di una ricchezza di fossili unica. Questo ambiente, infatti, collassato e riempito d’acqua milioni di anni fa, ci ha restituito non solo resti di coccodrilli come l’Acinodonte ma anche un quadro dettagliato dell’ecosistema in cui questi organismi dimoravano. Una formazione carsica, quindi, che ha conservato in maniera eccellente i resti degli organismi che vi sono caduti o vi hanno vissuto, creando una capsula del tempo naturale risalente al tardo Cretaceo. Questi studi non solo arricchiscono la comprensione della paleobiodiversità ma aprono anche nuove domande sulla vita di questi organismi. Il lavoro minuzioso di stratigrafia, classificazione e interpretazione permette di aprire una finestra su un mondo perduto, offrendo spunti cruciali per la comprensione dell’evoluzione della vita sulla Terra. L’Acinodonte rappresenta un tassello fondamentale in questo intricato puzzle, simbolo della diversità e complessità della vita milioni di anni fa.
Un’eredità di conoscenza
L’evento al Museo di Storia Naturale di Trieste ha rappresentato un’importante occasione di condivisione e scoperta, evidenziando come il passato, quando indagato con curiosità e rigore scientifico, continua a offrire spunti inesauribili di conoscenza. La scoperta dell’Acinodonte nel sito del Villaggio del Pescatore ci ricorda quanto sia cruciale preservare e studiare i nostri tesori paleontologici, veri e propri ponti verso epoche remote che ancora hanno molto da raccontare.
Kevin Milocco ha anche sottolineato, al pubblico presente, l’unicità del Museo di Storia Naturale di Trieste, che si distingue per la capacità di esporre reperti paleontologici locali. A differenza di altri musei, che spesso presentano reperti acquistati o ricostruiti, il museo triestino offre reperti non solo autentici ma anche provenienti dal proprio territorio, una rarità in Europa e nel mondo.
Articolo e immagini a cura dello Staff di Ecothema