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Ce la filiamo. Un laboratorio per riscoprire l’arte della lana

Ti affascina la morbidezza della lana e ti incuriosisce come si trasformi da vello a filato pronto per essere lavorato? Il 6 aprile 2025 a Trieste – presso il Piccolo Rifugio Domus Lucis in Scala dei Lauri, 2 – avrai l’opportunità di scoprirlo con Ce la Filiamo, un laboratorio immersivo dedicato alla cardatura e filatura della lana.

Un viaggio nella tradizione della lana

Per un’intera giornata, dalle 9:00 alle 18:30, con una breve pausa pranzo, sarà possibile immergersi nel mondo delle fibre naturali, imparando le tecniche tradizionali che per secoli hanno permesso di trasformare il vello degli animali in capi d’abbigliamento e tessuti pregiati.
L’incontro sarà guidato da Ennia Visentin, esperta di tecniche antiche di decorazione e lavorazione dei materiali naturali, che collabora da tempo con noi e che vi accompagnerà attraverso un percorso teorico e pratico alla scoperta della lana e delle sue innumerevoli potenzialità.

Cosa si imparerà?

Il laboratorio affronterà diversi aspetti legati alla lavorazione della lana:

  • le fibre tessili naturali con particolare attenzione alla lana e alle sue caratteristiche
  • le buone pratiche dal vello appena tosato ai sistemi di selezione e lavaggio
  • riconoscere i vari tipi di lana in fiocco sulla base dei diversi sistemi di lavaggio industriale o artigianale
  • la cardatura e la filatura della lana
  • i diversi sistemi di cardatura
  • la filatura manuale
  • le attrezzature: fusi, filatoi, aspi e arcolai.

Grazie alle dimostrazioni pratiche e alle esercitazioni guidate, sarà possibile mettere subito in pratica le conoscenze acquisite e portare a casa i primi campioni di filato!

Chi è Ennia Visentin

Ennia Visentin durante un momento di docenza all’Orto Botanico di Trieste | Ph. Staff Ecothema

La docente del laboratorio, Ennia Visentin, si occupa dal 1991 di tecniche antiche di decorazione e lavorazione dei materiali naturali. La sua esperienza spazia dalla pittura decorativa, con specializzazione nel Trompe l’oeil e negli affreschi su marmorino, fino alla ricerca sulle piante tintorie e sulla filiera della lana. Ha partecipato a numerosi progetti nazionali ed europei per la valorizzazione dei colori naturali e delle tecniche di tintura tradizionali.
Oltre alla docenza in centri di formazione e istituti internazionali, ha collaborato con trasmissioni radiofoniche e televisive, nonché con riviste specializzate. Il suo impegno è rivolto alla riscoperta e alla diffusione di antichi saperi, rendendoli accessibili a chiunque attraverso corsi e laboratori pratici.

Un momento di confronto e condivisione

Per rendere l’esperienza ancora più piacevole e arricchente, durante la pausa pranzo offriremo un rinfresco. Sarà un’opportunità per rilassarsi, condividere impressioni, scambiare idee e creare nuove connessioni con il gruppo partecipante. Tra un assaggio e l’altro, potrai approfondire le tematiche affrontate nel laboratorio, conoscere meglio il percorso di Ennia Visentin e lasciarti ispirare dalle esperienze di chi, come te, ha scelto di riscoprire l’arte della filatura.

Un’occasione speciale

Il laboratorio è aperto a un massimo di 15 partecipanti per garantire un’esperienza approfondita e personalizzata. Tutti i materiali e le attrezzature necessarie saranno messi a disposizione dalla docente; quindi, basterà portare con sé curiosità, voglia di sperimentare e un quaderno con penna o matita per prendere appunti.
Inoltre, si consiglia di indossare abiti comodi, preferibilmente pantaloni o gonne in tessuto non troppo leggero. Durante l’attività, il fuso deve poter rullare sulla gamba senza che il tessuto si impigli. In alternativa, è possibile indossare un grembiule.
Quindi, se hai sempre desiderato di avvicinarti al mondo della filatura o semplicemente vuoi riscoprire un sapere antico e affascinante, questa è l’occasione perfetta!
📅 Segna sul calendario:

🐑 Ce la filiamo. Laboratorio per imparare a cardare e filare la lana🧶

  • Domenica 6 aprile 2025 | dalle 9.00 alle 18.30 (pausa pranzo 12.00 – 13.00)
  • Piccolo Rifugio Domus Lucis | Scala dei Lauri, 2 – Trieste
  • Docente: Ennia Visentin
  • Costo attività: € 50,00
  • Numero massimo partecipanti: 15
  • Info e prenotazioni: Ecothema Soc. Coop. Soc. – ecothema@gmail.com | (+39) 320 2753277 oppure (+39) 339 4580197

Non perdere questa esperienza speciale: prenota il tuo posto e “Ce la filiamo” insieme 😉

Nota: Ce la filiamo – Laboratorio per imparare a cardare e filare la lana, si inserisce all’interno del progetto F.L.O.R.A. – Fantasia nei Laboratori e negli Orti per il Rispetto dell’Ambiente, avviato a ottobre 2024 con il contributo della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia. Questo progetto, oltre a promuovere un’educazione ambientale integrata per i giovani, prevede anche attività che coinvolgono l’intera comunità e che trattano temi legati ad un approccio all’ambiente che sia creativo, sostenibile e solidale.
#IOSONOFRIULIVENEZIAGIULIA

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Esplorazioni e scienza al Civico Museo del Mare di Trieste

Domenica 8 dicembre, presso il Civico Museo del Mare di Trieste, si è tenuto l’evento Viaggio dei naturalisti intorno al mondo, un’occasione per esplorare le straordinarie scoperte delle grandi spedizioni marittime che hanno segnato la storia della scienza e dell’umanità.
Marco Paparot, biologo e naturalista, ha accompagnato il pubblico in un viaggio attraverso i secoli, con l’intento di evidenziare i legami tra navigazione, scoperte scientifiche e impatti culturali.

I Fenici e il cedro del Libano
L’evento si è aperto con un tributo ai Fenici, celebri navigatori del Mediterraneo, e al loro utilizzo del cedro del Libano, il cui legno, resistente e profumato, veniva impiegato nella costruzione delle imbarcazioni cruciali per le esplorazioni marittime e i commerci di quel tempo. Paparot ha chiarito la differenza botanica tra il cedro del Libano (Cedrus libani) e il cedro da frutto (Citrus medica). Infatti, il primo, originario del Medio Oriente, appartiene alla famiglia delle Conifere, è maestoso, sempreverde, ha foglie aghiformi, non è edibile perché produce pigne; il secondo, invece, originario dell’Asia meridionale, è un piccolo albero che fa parte degli agrumi, con frutti edibili e foglie ovali.

La navigazione degli Egizi
Successivamente, il focus si è spostato sull’antico Egitto, dove le imbarcazioni fluviali in papiro rappresentavano un mezzo essenziale per il commercio e il trasporto lungo il Nilo. Questi natanti leggeri, costruiti con materiali locali, hanno permesso agli Egizi di sviluppare una civiltà fiorente e una tradizione navale. Esistono ritrovamenti, come la Barca Solare di Cheope, risalente al 2500 a.C., lunga più di 40 metri e rinvenuta accanto alla Grande Piramide di Giza, che dimostrano anche l’utilizzo del legno di cedro per la costruzione delle imbarcazioni da parte di questa importante Civiltà.

Riproduzione nave fenicia esposta al Civico Museo del Mare di Trieste

Le esplorazioni delle Americhe
Un capitolo fondamentale della visita guidata ha riguardato le esplorazioni verso le Americhe, che hanno introdotto in Europa alimenti rivoluzionari come il pomodoro, la patata e il mais. Durante l’evento, si è discusso di come queste piante apparissero nelle loro varietà originali: il pomodoro era giallo, piccolo e acido, la patata irregolare e spesso tossica, mentre il mais aveva spighe molto più ridotte rispetto a quelle odierne. La loro trasformazione nel tempo ha rappresentato un cambiamento epocale per la dieta e l’economia europea.

Lo scorbuto e James Lind
Durante i lunghissimi periodi di viaggio che i navigatori dovevano affrontare, accadeva che molti di loro si indebolissero progressivamente, accusando sintomi come emorragie, irritabilità, perdita di peso, fino, in molti casi, a morire. Questa malattia, chiamata successivamente scorbuto – come ha spiegato Paparot – era causata da una forte carenza di vitamina C poiché, sulle navi, non c’erano a disposizione verdure e frutta fresche. Lo scorbuto venne studiato e combattuto grazie all’opera pionieristica di James Lind, medico scozzese della marina da guerra inglese vissuto nel ‘700, il quale dimostrò l’efficacia degli agrumi nella sua prevenzione. Tale scoperta ha rappresentato una svolta per la medicina e per la sicurezza dei viaggi marittimi.

James Cook e la mappatura del Pacifico
Durante la visita guidata, non poteva mancare un tributo a James Cook, le cui tre spedizioni nell’Oceano Pacifico hanno ampliato enormemente le conoscenze geografiche e scientifiche dell’epoca. Tra i suoi contributi principali, si ricordano la mappatura della Nuova Zelanda e dell’Australia e la scoperta delle Hawaii. Riguardo al contributo dal lato scientifico-naturalistico, si deve ai viaggi di Cook, l’introduzione in Occidente di numerose piante, tra cui l’eucalipto, le cui proprietà antisettiche, balsamiche e anticatarrali hanno visto e vedono tuttora il suo impiego in medicina.

Charles Darwin e la HMS Beagle
Un momento clou è stato dedicato al viaggio dell’HMS Beagle, durante il quale Charles Darwin, allora giovane naturalista presente sul brigantino, per una serie di circostanze, non come naturalista di bordo bensì come accompagnatore del comandante Fitzroy, raccolse le osservazioni che avrebbero portato alla formulazione della teoria dell’evoluzione per selezione naturale. I campioni e i dati raccolti durante questa spedizione hanno segnato, come tutti sappiamo, una pietra miliare nella storia della biologia.

Riproduzione del brigantino HMS Beagle esposta al Civico Museo del Mare di Trieste

John Kirk e le scoperte botaniche
Marco Paparot ha parlato ha dedicato anche un approfondimento al contributo di John Kirk, medico ed esploratore britannico, noto per le sue ricerche in Africa. Tra le sue scoperte più significative, spicca lo studio della pianta Strophanthus hispidus, il cui estratto, utilizzato per veleni da freccia, ha aperto la strada a successivi sviluppi in ambito cardiovascolare.

La Fregata Novara
L’evento si è concluso con il racconto dell’impresa della fregata Novara, la prima nave austriaca a compiere il giro del mondo (1857-1859). Questa spedizione, voluta dall’arciduca Ferdinando Massimiliano, ha contribuito a costruire le collezioni scientifiche della città di Trieste, arricchendo il patrimonio culturale e naturalistico dell’Impero Austro-Ungarico.

La bussola
Rispondendo alle domande e curiosità dei partecipanti, Paparot ha anche parlato di alcuni degli strumenti che nel corso del tempo hanno rivestito un ruolo cardine per il progresso nei viaggi e che sono legati alla botanica. Uno di questi è la bussola il cui termine italiano ‘bussola’ indicava una piccola scatola o contenitore. In origine, la bussola era costituita da un ago magnetico sospeso su un cardine, conservato all’interno di una scatola di legno di bosso, da cui probabilmente prende il nome, per proteggerlo dalle intemperie e dalle vibrazioni. La sua invenzione, attribuita alla Cina, ha trasformato le esplorazioni, rendendo possibili rotte più sicure e precise anche lontano dai riferimenti terrestri.

Per chi non ha potuto partecipare, ci auguriamo che questo articolo, non esaustivo, sia comunque riuscito a trasmettere almeno una parte del fascino e del valore di queste straordinarie esplorazioni, offrendo uno spunto per scoprire e riflettere sulle meraviglie del nostro passato scientifico che grazie al coraggio e all’impegno di chi ci ha preceduto, ha permesso di progredire in tutti i campi.

Nota: L’evento VIAGGIO DEI NATURALISTI INTORNO AL MONDO si inserisce all’interno del progetto F.L.O.R.A. – Fantasia nei Laboratori e negli Orti per il Rispetto dell’Ambiente – curato da Ecothema soc. coop. soc. – che, avviato a ottobre 2024 e finanziato dalla Regione Friuli-Venezia Giulia (Avviso Divulgazione Scientifica approvato con DGR 1673/2023, per l’annualità 2024), prevede anche attività che promuovano la conoscenza e la consapevolezza ambientale nell’educazione dei giovani e nella comunità in generale.

Nella galleria alcuni momenti dell’evento. Tutte le immagini presenti in questo articolo sono a cura dello staff di Ecothema.

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Workshop “Tecniche tintorie naturali e sicure” al Civico Orto Botanico di Trieste

Siamo felici di annunciare la ripresa delle attività con il workshop Tecniche tintorie naturali e sicure, un evento per tutti gli appassionati di sostenibilità e artigianato che si svolgerà nelle mattinate di sabato 31 agosto e di domenica 1° settembre presso il Civico Orto Botanico di Trieste.
Questo workshop offre un’opportunità unica di esplorare l’antica arte della tintura naturale, una pratica che affonda le sue radici nei tempi antichi e che è stata tramandata di generazione in generazione.

Un viaggio nei colori naturali con Ennia Visentin

Partecipando, avrete la possibilità di immergervi nel vasto mondo dei colori organici che per secoli hanno fornito sostanze coloranti per tingere tessuti. Il workshop vi guiderà attraverso i metodi di estrazione e utilizzo dei principi coloranti, con un focus particolare sulla tintura della lana e di altre fibre tessili animali e vegetali.
A condurre le due giornate, sarà Ennia Visentin, nota pittrice e decoratrice pordenonese, nonché docente di decorazione e Trompe l’oeil, e autrice del libro “Natura & Colore. Nuove Prospettive dell’Arte Tintoria”.

Un approccio sicuro e sostenibile

Una delle peculiarità del workshop è l’attenzione alla sicurezza e alla sostenibilità. Verranno esaminate sostanze e ricette completamente naturali e atossiche, garantendo una tintura non solo perfetta e solida, ma anche autenticamente green. Questo approccio rispecchia il nostro impegno nel promuovere pratiche rispettose dell’ambiente e della salute umana.
Il workshop sarà diviso in due giornate ricche di studio ed esercitazioni pratiche, permettendo ai partecipanti di mettere immediatamente in pratica le tecniche apprese.

Parte del progetto “Il Verde e la Scienza”

Logo del progetto Il Verde e la Scienza

Tecniche tintorie naturali e sicure si inserisce all’interno del progetto Il Verde e la Scienza, avviato a marzo 2024 e finanziato dalla Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia. Questo progetto mira a integrare la consapevolezza ambientale nell’educazione dei giovani, promuovendo concetti di crescita intelligente, sostenibile e solidale. Sebbene rivolto principalmente agli studenti, il progetto coinvolge l’intera comunità attraverso eventi che legano la cultura scientifica a quella umanistica.

Questo workshop non è solo un’opportunità per apprendere una nuova abilità, ma anche per diventare più consapevoli e responsabili verso l’ambiente. Partecipando, contribuirete alla diffusione di pratiche sostenibili e all’arricchimento culturale della nostra comunità.
Vi aspettiamo!





ISCRIZIONI E INFORMAZIONI
I posti sono limitati a 15 persone, quindi è consigliabile prenotare al più presto.
Per iscriversi al workshop e ottenere ulteriori informazioni, siete invitati a contattarci direttamente all’indirizzo e-mail: ecothema@gmail.com o al numero telefonico: +39 320 2753277

I DETTAGLI DEL WORKSHOP:
Date: sabato 31 agosto e domenica 1° settembre 2024
Orario: 9:00 – 13:00
Luogo: Civico Orto Botanico – via De Marchesetti, 2 Trieste
Per raggiungerci con l’autobus urbano: linee n. 25, 26, 26/ (festivo)
Numero massimo partecipanti: 15 | Costo: 40,00€ a persona
L’ingresso al Civico Orto Botanico è gratuito
Materiali e attrezzature (a uso personale a carico di ogni corsista):
• Quaderno per appunti, guanti protettivi, vestiti da lavoro.
• Forbici da giardinaggio (facoltativo). Vasetto di vetro con coperchio da circa mezzo litro.
• I campioni di lane tinte resteranno ai corsisti.

PROGRAMMA
Primo giorno:
• Preparazione della fibra tessile al processo tintorio
• Spiegazione sulle caratteristiche delle differenti fibre tessili
• I diversi tipi di lavaggio
• I diversi tipi di mordenzatura tossici ed atossici
• Esercitazione pratica di mordenzatura sicura ed atossica sulla lana in fiocco
Secondo giorno:
• Le piante coloranti e il processo tintorio
• Spiegazione sui principi coloranti presenti nei vegetali
• Dimostrazione di estrazione del colore
• Preparazione del bagno di colore e procedimento di tintura
• Esercitazione pratica sulla lana
Docente: Ennia Visentin

Ennia Visentin


Ennia Visentin è un’esperta di decorazione murale e tecniche tintorie naturali. Dal 1991, si dedica allo studio e all’applicazione di tecniche antiche come Trompe l’oeil, affreschi su marmorino e imitazioni di legni e marmi policromi. Specializzata anche in gnomonica, ha realizzato numerosi orologi solari nel Triveneto e ha collaborato con varie pubblicazioni.
Ennia ha esposto le sue opere in mostre internazionali e ha insegnato tecniche di decorazione pittorica presso importanti istituti in Italia. Negli ultimi anni, si è focalizzata sulle piante tintorie, sperimentando l’estrazione di coloranti naturali da materiali di scarto. Ha partecipato a programmi radiofonici e televisivi e collabora con l’Ecomuseo Regionale delle Dolomiti Friulane su progetti di filiera corta per la produzione di coloranti vegetali.
Nel 2019 ha pubblicato “Natura & Colore. Nuove Prospettive dell’Arte Tintoria”.