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Esplorazioni e scienza al Civico Museo del Mare di Trieste

Domenica 8 dicembre, presso il Civico Museo del Mare di Trieste, si è tenuto l’evento Viaggio dei naturalisti intorno al mondo, un’occasione per esplorare le straordinarie scoperte delle grandi spedizioni marittime che hanno segnato la storia della scienza e dell’umanità.
Marco Paparot, biologo e naturalista, ha accompagnato il pubblico in un viaggio attraverso i secoli, con l’intento di evidenziare i legami tra navigazione, scoperte scientifiche e impatti culturali.

I Fenici e il cedro del Libano
L’evento si è aperto con un tributo ai Fenici, celebri navigatori del Mediterraneo, e al loro utilizzo del cedro del Libano, il cui legno, resistente e profumato, veniva impiegato nella costruzione delle imbarcazioni cruciali per le esplorazioni marittime e i commerci di quel tempo. Paparot ha chiarito la differenza botanica tra il cedro del Libano (Cedrus libani) e il cedro da frutto (Citrus medica). Infatti, il primo, originario del Medio Oriente, appartiene alla famiglia delle Conifere, è maestoso, sempreverde, ha foglie aghiformi, non è edibile perché produce pigne; il secondo, invece, originario dell’Asia meridionale, è un piccolo albero che fa parte degli agrumi, con frutti edibili e foglie ovali.

La navigazione degli Egizi
Successivamente, il focus si è spostato sull’antico Egitto, dove le imbarcazioni fluviali in papiro rappresentavano un mezzo essenziale per il commercio e il trasporto lungo il Nilo. Questi natanti leggeri, costruiti con materiali locali, hanno permesso agli Egizi di sviluppare una civiltà fiorente e una tradizione navale. Esistono ritrovamenti, come la Barca Solare di Cheope, risalente al 2500 a.C., lunga più di 40 metri e rinvenuta accanto alla Grande Piramide di Giza, che dimostrano anche l’utilizzo del legno di cedro per la costruzione delle imbarcazioni da parte di questa importante Civiltà.

Riproduzione nave fenicia esposta al Civico Museo del Mare di Trieste

Le esplorazioni delle Americhe
Un capitolo fondamentale della visita guidata ha riguardato le esplorazioni verso le Americhe, che hanno introdotto in Europa alimenti rivoluzionari come il pomodoro, la patata e il mais. Durante l’evento, si è discusso di come queste piante apparissero nelle loro varietà originali: il pomodoro era giallo, piccolo e acido, la patata irregolare e spesso tossica, mentre il mais aveva spighe molto più ridotte rispetto a quelle odierne. La loro trasformazione nel tempo ha rappresentato un cambiamento epocale per la dieta e l’economia europea.

Lo scorbuto e James Lind
Durante i lunghissimi periodi di viaggio che i navigatori dovevano affrontare, accadeva che molti di loro si indebolissero progressivamente, accusando sintomi come emorragie, irritabilità, perdita di peso, fino, in molti casi, a morire. Questa malattia, chiamata successivamente scorbuto – come ha spiegato Paparot – era causata da una forte carenza di vitamina C poiché, sulle navi, non c’erano a disposizione verdure e frutta fresche. Lo scorbuto venne studiato e combattuto grazie all’opera pionieristica di James Lind, medico scozzese della marina da guerra inglese vissuto nel ‘700, il quale dimostrò l’efficacia degli agrumi nella sua prevenzione. Tale scoperta ha rappresentato una svolta per la medicina e per la sicurezza dei viaggi marittimi.

James Cook e la mappatura del Pacifico
Durante la visita guidata, non poteva mancare un tributo a James Cook, le cui tre spedizioni nell’Oceano Pacifico hanno ampliato enormemente le conoscenze geografiche e scientifiche dell’epoca. Tra i suoi contributi principali, si ricordano la mappatura della Nuova Zelanda e dell’Australia e la scoperta delle Hawaii. Riguardo al contributo dal lato scientifico-naturalistico, si deve ai viaggi di Cook, l’introduzione in Occidente di numerose piante, tra cui l’eucalipto, le cui proprietà antisettiche, balsamiche e anticatarrali hanno visto e vedono tuttora il suo impiego in medicina.

Charles Darwin e la HMS Beagle
Un momento clou è stato dedicato al viaggio dell’HMS Beagle, durante il quale Charles Darwin, allora giovane naturalista presente sul brigantino, per una serie di circostanze, non come naturalista di bordo bensì come accompagnatore del comandante Fitzroy, raccolse le osservazioni che avrebbero portato alla formulazione della teoria dell’evoluzione per selezione naturale. I campioni e i dati raccolti durante questa spedizione hanno segnato, come tutti sappiamo, una pietra miliare nella storia della biologia.

Riproduzione del brigantino HMS Beagle esposta al Civico Museo del Mare di Trieste

John Kirk e le scoperte botaniche
Marco Paparot ha parlato ha dedicato anche un approfondimento al contributo di John Kirk, medico ed esploratore britannico, noto per le sue ricerche in Africa. Tra le sue scoperte più significative, spicca lo studio della pianta Strophanthus hispidus, il cui estratto, utilizzato per veleni da freccia, ha aperto la strada a successivi sviluppi in ambito cardiovascolare.

La Fregata Novara
L’evento si è concluso con il racconto dell’impresa della fregata Novara, la prima nave austriaca a compiere il giro del mondo (1857-1859). Questa spedizione, voluta dall’arciduca Ferdinando Massimiliano, ha contribuito a costruire le collezioni scientifiche della città di Trieste, arricchendo il patrimonio culturale e naturalistico dell’Impero Austro-Ungarico.

La bussola
Rispondendo alle domande e curiosità dei partecipanti, Paparot ha anche parlato di alcuni degli strumenti che nel corso del tempo hanno rivestito un ruolo cardine per il progresso nei viaggi e che sono legati alla botanica. Uno di questi è la bussola il cui termine italiano ‘bussola’ indicava una piccola scatola o contenitore. In origine, la bussola era costituita da un ago magnetico sospeso su un cardine, conservato all’interno di una scatola di legno di bosso, da cui probabilmente prende il nome, per proteggerlo dalle intemperie e dalle vibrazioni. La sua invenzione, attribuita alla Cina, ha trasformato le esplorazioni, rendendo possibili rotte più sicure e precise anche lontano dai riferimenti terrestri.

Per chi non ha potuto partecipare, ci auguriamo che questo articolo, non esaustivo, sia comunque riuscito a trasmettere almeno una parte del fascino e del valore di queste straordinarie esplorazioni, offrendo uno spunto per scoprire e riflettere sulle meraviglie del nostro passato scientifico che grazie al coraggio e all’impegno di chi ci ha preceduto, ha permesso di progredire in tutti i campi.

Nota: L’evento VIAGGIO DEI NATURALISTI INTORNO AL MONDO si inserisce all’interno del progetto F.L.O.R.A. – Fantasia nei Laboratori e negli Orti per il Rispetto dell’Ambiente – curato da Ecothema soc. coop. soc. – che, avviato a ottobre 2024 e finanziato dalla Regione Friuli-Venezia Giulia (Avviso Divulgazione Scientifica approvato con DGR 1673/2023, per l’annualità 2024), prevede anche attività che promuovano la conoscenza e la consapevolezza ambientale nell’educazione dei giovani e nella comunità in generale.

Nella galleria alcuni momenti dell’evento. Tutte le immagini presenti in questo articolo sono a cura dello staff di Ecothema.

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Esplorando il verde urbano

Per domenica 6 ottobre 2024, in collaborazione con la IV Circoscrizione (Città Nuova – Barriera Nuova e San Vito – Città Vecchia) del Comune di Trieste, abbiamo organizzato una passeggiata naturalistica dedicata alla scoperta del verde urbano di Trieste.

👣 Partendo dal Giardino di via San Michele, le nostre guide, Marco Paparot e Francesca Soglian, vi accompagneranno fino a Piazza Hortis parlando della vegetazione che caratterizza e arricchisce questi luoghi, raccontando anche qualche curiosità.

🌱 Vi invitiamo quindi a partecipare a questa iniziativa che mira a valorizzare l’ambiente cittadino e sensibilizzare la comunità verso la conservazione del nostro patrimonio naturale e l’importanza della sostenibilità urbana:
📅 domenica 6 ottobre 2024
🕙 10:00 – 12:00
📍 Ritrovo: Via della Cattedrale, ore 9:45 (vedi mappa cliccando qui)
La partecipazione è gratuita!

Il verde urbano non è solo decorativo, ma una risorsa fondamentale per il benessere delle città e dei suoi abitanti.

ℹ️ Per info o domande, lascia un commento o contattaci:
📧 ecothema@gmail.com
☎️ 320 275 3277

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Workshop “Tecniche tintorie naturali e sicure” al Civico Orto Botanico di Trieste

Siamo felici di annunciare la ripresa delle attività con il workshop Tecniche tintorie naturali e sicure, un evento per tutti gli appassionati di sostenibilità e artigianato che si svolgerà nelle mattinate di sabato 31 agosto e di domenica 1° settembre presso il Civico Orto Botanico di Trieste.
Questo workshop offre un’opportunità unica di esplorare l’antica arte della tintura naturale, una pratica che affonda le sue radici nei tempi antichi e che è stata tramandata di generazione in generazione.

Un viaggio nei colori naturali con Ennia Visentin

Partecipando, avrete la possibilità di immergervi nel vasto mondo dei colori organici che per secoli hanno fornito sostanze coloranti per tingere tessuti. Il workshop vi guiderà attraverso i metodi di estrazione e utilizzo dei principi coloranti, con un focus particolare sulla tintura della lana e di altre fibre tessili animali e vegetali.
A condurre le due giornate, sarà Ennia Visentin, nota pittrice e decoratrice pordenonese, nonché docente di decorazione e Trompe l’oeil, e autrice del libro “Natura & Colore. Nuove Prospettive dell’Arte Tintoria”.

Un approccio sicuro e sostenibile

Una delle peculiarità del workshop è l’attenzione alla sicurezza e alla sostenibilità. Verranno esaminate sostanze e ricette completamente naturali e atossiche, garantendo una tintura non solo perfetta e solida, ma anche autenticamente green. Questo approccio rispecchia il nostro impegno nel promuovere pratiche rispettose dell’ambiente e della salute umana.
Il workshop sarà diviso in due giornate ricche di studio ed esercitazioni pratiche, permettendo ai partecipanti di mettere immediatamente in pratica le tecniche apprese.

Parte del progetto “Il Verde e la Scienza”

Logo del progetto Il Verde e la Scienza

Tecniche tintorie naturali e sicure si inserisce all’interno del progetto Il Verde e la Scienza, avviato a marzo 2024 e finanziato dalla Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia. Questo progetto mira a integrare la consapevolezza ambientale nell’educazione dei giovani, promuovendo concetti di crescita intelligente, sostenibile e solidale. Sebbene rivolto principalmente agli studenti, il progetto coinvolge l’intera comunità attraverso eventi che legano la cultura scientifica a quella umanistica.

Questo workshop non è solo un’opportunità per apprendere una nuova abilità, ma anche per diventare più consapevoli e responsabili verso l’ambiente. Partecipando, contribuirete alla diffusione di pratiche sostenibili e all’arricchimento culturale della nostra comunità.
Vi aspettiamo!





ISCRIZIONI E INFORMAZIONI
I posti sono limitati a 15 persone, quindi è consigliabile prenotare al più presto.
Per iscriversi al workshop e ottenere ulteriori informazioni, siete invitati a contattarci direttamente all’indirizzo e-mail: ecothema@gmail.com o al numero telefonico: +39 320 2753277

I DETTAGLI DEL WORKSHOP:
Date: sabato 31 agosto e domenica 1° settembre 2024
Orario: 9:00 – 13:00
Luogo: Civico Orto Botanico – via De Marchesetti, 2 Trieste
Per raggiungerci con l’autobus urbano: linee n. 25, 26, 26/ (festivo)
Numero massimo partecipanti: 15 | Costo: 40,00€ a persona
L’ingresso al Civico Orto Botanico è gratuito
Materiali e attrezzature (a uso personale a carico di ogni corsista):
• Quaderno per appunti, guanti protettivi, vestiti da lavoro.
• Forbici da giardinaggio (facoltativo). Vasetto di vetro con coperchio da circa mezzo litro.
• I campioni di lane tinte resteranno ai corsisti.

PROGRAMMA
Primo giorno:
• Preparazione della fibra tessile al processo tintorio
• Spiegazione sulle caratteristiche delle differenti fibre tessili
• I diversi tipi di lavaggio
• I diversi tipi di mordenzatura tossici ed atossici
• Esercitazione pratica di mordenzatura sicura ed atossica sulla lana in fiocco
Secondo giorno:
• Le piante coloranti e il processo tintorio
• Spiegazione sui principi coloranti presenti nei vegetali
• Dimostrazione di estrazione del colore
• Preparazione del bagno di colore e procedimento di tintura
• Esercitazione pratica sulla lana
Docente: Ennia Visentin

Ennia Visentin


Ennia Visentin è un’esperta di decorazione murale e tecniche tintorie naturali. Dal 1991, si dedica allo studio e all’applicazione di tecniche antiche come Trompe l’oeil, affreschi su marmorino e imitazioni di legni e marmi policromi. Specializzata anche in gnomonica, ha realizzato numerosi orologi solari nel Triveneto e ha collaborato con varie pubblicazioni.
Ennia ha esposto le sue opere in mostre internazionali e ha insegnato tecniche di decorazione pittorica presso importanti istituti in Italia. Negli ultimi anni, si è focalizzata sulle piante tintorie, sperimentando l’estrazione di coloranti naturali da materiali di scarto. Ha partecipato a programmi radiofonici e televisivi e collabora con l’Ecomuseo Regionale delle Dolomiti Friulane su progetti di filiera corta per la produzione di coloranti vegetali.
Nel 2019 ha pubblicato “Natura & Colore. Nuove Prospettive dell’Arte Tintoria”.

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‘Onde di Storia’ al Museo del Mare di Trieste

Siete pronti a navigare attraverso le onde della storia? Noi di Ecothema, concessionaria dei servizi didattici dei Musei Civici Scientifici di Trieste, siamo felici di presentare la rassegna Onde di Storia, una serie di visite guidate dedicate alla scoperta del Museo del Mare – ala Nord presso il Magazzino 26 in Porto Vecchio. Gli eventi, programmati per aprile e maggio 2024, invitano il pubblico a esplorare il legame intrinseco tra Trieste e il suo mare. Grazie ai numerosi reperti che arricchiscono il museo, si analizzerà come l’evoluzione portuale abbia plasmato la storia e lo sviluppo urbano della città.

Locandina appuntamenti ‘Onde di Storia’

La rassegna prenderà il via domenica 14 aprile, dalle 10.30 alle 12.00, con la visita Trieste e il Porto: evoluzione di una città. Il percorso narrerà la trasformazione del porto triestino, dalle sue origini ai giorni nostri, indagando come il commercio marittimo e le necessità logistiche abbiano modellato il profilo del capoluogo giuliano.

Il secondo appuntamento è fissato per sabato 11 maggio, dalle 10.30 alle 12.00, con La navigazione del passato e del presente. Questa visita guiderà i partecipanti attraverso la storia della navigazione, dalle epoche greco-romane fino all’era moderna, mettendo in luce le evoluzioni tecniche e gli importanti contributi dell’Impero austriaco nel campo marittimo.

La rassegna si concluderà domenica 26 maggio, sempre con orario 10.30-12.00, e si affronterà il tema Compagnie di navigazione. Esplorando l’ascesa di Trieste come nodo marittimo cruciale, il percorso metterà in evidenza come aziende storiche abbiano interpretato e cavalcato le onde di un mercato globalizzato, contribuendo significativamente all’economia locale e alla sua storia.

A guidare i partecipanti in questi avvincenti viaggi storici sarà il giornalista e storico locale Zeno Saracino, che darà vita al nostro patrimonio marittimo con curiosità e aneddoti affascinanti.
Non vi resta quindi che prenotare il vostro posto e immergervi in queste storie marittime indimenticabili. Ci vediamo al Museo del Mare – ala Nord!

Costo visita guidata a cura del concessionario: 8€ adulti, 5€ bambini (dai 6 ai 12 anni compresi), gratuito per i più piccoli. L’ingresso al museo è gratuito per tutti. Per informazioni dettagliate e prenotazioni contattare Ecothema all’indirizzo e-mail: ecothema@gmail.com o al numero telefonico: +39 320 2753277

Testi e immagini a cura dello Staff Ecothema

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Neanderthal: un altro aspetto della nostra umanità

Al Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, il quarto appuntamento di Dialoghi di Scienza, svoltosi il 6 marzo 2024, ha illuminato un capitolo affascinante della nostra evoluzione. “Neanderthal: un altro aspetto della nostra umanità”, presentato dall’antropologa Alice Testa, ha permesso ai partecipanti di immergersi nelle storie degli antichi Neanderthal, sfatando miti e aprendo una finestra su un’epoca remota e sulla nostra comune eredità umana.

La scoperta e l’identificazione dei Neanderthal

Come ci ha raccontato la relatrice Testa, l’avventura della nostra comprensione dei Neanderthal inizia nel lontano 1856, nella valle di Neander, in Germania, dove i resti di una calotta cranica, rinvenuti da alcuni operai durante l’estrazione di calcare, hanno provocato stupore e confusione, dato l’aspetto insolito e le caratteristiche distintive, come l’arco sopraccigliare pronunciato. Il cammino verso la corretta identificazione dell’Homo neanderthalensis (Neander dal luogo del ritrovamento e tal dalla parola tedesca che vuol dire valle) è stato influenzato dal contesto scientifico e culturale dell’epoca, segnato dalla pubblicazione dell'”Origine delle specie” di Darwin. La determinazione dello studioso irlandese William King di classificare questi resti come una specie distinta, Homo neanderthalensis appunto, evidenzia un passaggio critico nel nostro modo di interpretare la diversità umana preistorica.

La cultura e lo stile di vita dei Neanderthal

Gli studi sulla cultura musteriana(*), caratterizzata dall’uso di strumenti in pietra finemente lavorati, rivelano un livello di sofisticazione tecnica e sociale dei Neanderthal. L’analisi degli strumenti litici, in particolare, ci offre uno sguardo sulla quotidianità di queste popolazioni, dimostrando capacità di adattamento, apprendimento e trasmissione di conoscenze all’interno dei gruppi. Scoperte come l’utilizzo di colla da bitume per realizzare strumenti compositi o l’ipotetica decorazione del corpo con penne di uccelli e conchiglie rafforzano l’idea di una società neanderthaliana complessa, capace di espressioni culturali e simboliche.

Le scoperte più recenti: una nuova immagine emerge

Le ricerche più recenti hanno trasformato radicalmente la nostra visione dei Neanderthal. Ad esempio, alcuni ritrovamenti hanno rilevato pratiche di sepoltura complesse e alcuni individui sepolti presentavano disabilità o malattie, suggerendo che all’interno dei gruppi Neanderthal vi fosse un sostegno sociale per i soggetti più vulnerabili. Questo comportamento riflette un senso di comunità e una capacità empatica, smentendo la visione dei Neanderthal come esseri primitivi e isolati.
Attraverso l’analisi genetica, è stato scoperto che i Neanderthal avevano prevalentemente la pelle chiara e i capelli rossi, e che esiste un’ibridazione tra Neanderthal e Homo sapiens: una parte di DNA Neanderthal è presente nelle popolazioni umane moderne, si stima fino al 4% del genoma nelle persone fuori dall’Africa.

Il rapporto con Homo sapiens e l’estinzione dei Neanderthal

L’interazione tra Neanderthal e Homo sapiens, come abbiamo visto sostenuta dalla genetica, illustra un panorama evolutivo intricato. Il processo di ibridazione suggerisce un contatto significativo, contraddicendo la visione di una competizione diretta e continua tra le specie.
L’estinzione dei Neanderthal rimane quindi un argomento di intensa speculazione e studio. L’integrazione, piuttosto che la semplice sostituzione da parte degli Homo sapiens, getta luce su un processo evolutivo che è stato tutto fuorché lineare. La dinamica tra competizione, coesistenza e ibridazione ha modellato il corso dell’evoluzione umana in modi che stiamo ancora cercando di comprendere pienamente. I Neanderthal rappresentano quindi una parte cruciale della nostra storia collettiva. Il loro studio ci permette di esplorare le radici della nostra esistenza e di riflettere sulla nostra identità come specie. Con ogni nuovo ritrovamento e ricerca, la narrazione dei Neanderthal si arricchisce, invitandoci a rivalutare la nostra comprensione del passato umano.

Prossimo appuntamento

Il quinto e ultimo appuntamento con Dialoghi di Scienza, previsto per il 27 marzo 2024, ci porterà a scoprire “Lo strano coccodrillo preistorico del Villaggio del Pescatore”. Guidati dal geologo Kevin Milocco, ci immergeremo nel misterioso mondo del Villaggio del Pescatore, dove, oltre ai celebri dinosauri Antonio e Bruno, viveva l’Acinodonte, un insolito coccodrillo preistorico. Attraverso i fossili rinvenuti, esploreremo la sua vita, la sua alimentazione e il suo ruolo nell’ecosistema del Cretaceo, svelando le tecniche paleontologiche che permettono di ricostruire le storie delle specie estinte.
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(*) Denominazione (derivata da un sito francese ➔ Le Moustier) con la quale si intendono gli aspetti preistorici del Paleolitico medio, di età riss-würmiana (80.000 anni fa) e würmiana (37-35.000 anni fa), diffusi in Europa e, in parte, in Africa e in Asia. In Europa e nel Vicino Oriente il termine è utilizzato per designare le industrie litiche prodotte dai Neandertaliani e dai Protocromagnonoidi, caratterizzate essenzialmente da tecnica di scheggiatura (levalloisiana e non-levalloisiana), da oggetti in osso e corno e da raschiatoi ricavati dai gusci di conchiglia (nei giacimenti costieri della penisola italiana).
Fonte: https://www.treccani.it/enciclopedia/musteriano/

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Le farfalle tra mare e Carso

Protagoniste le farfalle al Museo Civico di Storia Naturale di Trieste per il secondo appuntamento del ciclo di incontri ‘Dialoghi di Scienza’, svoltosi lo scorso mercoledì 10 gennaio. Grazie al relatore Eugenio Melotti, biologo, giornalista scientifico e appassionato di entomologia, il pubblico ha potuto apprezzare lo straordinario mondo dei lepidotteri che conosciamo più comunemente con i nomi di farfalle e falene. La proiezione delle immagini, arricchite dalle spiegazioni di Melotti, ha offerto una carrellata sulla vita e le varie tipologie di questi affascinanti insetti, in particolare di quelli presenti nella zona di Trieste e nelle altre aree del Friuli Venezia Giulia.

Dopo una breve introduzione sul termine Lepidotteri (dal greco lepis=’squama, scaglia’ e pteron=’ala’), sul fatto che sono definiti insetti olometaboli, ovvero a metamorfosi completa, che vanno distinti in Ropaloceri (farfalle) e Eteroceri (falene), si è passati a conoscere la Vanessa io o Occhio di Pavone (Aglais io) una farfalla diurna molto diffusa e riconoscibile, appartenente alla famiglia delle Nymphalidae.  Nota per le sue spettacolari ali, presenta una vivace colorazione di fondo arancione con bordi scuri e grandi macchie a forma di occhio su entrambe le ali. Questi occhi servono ad intimidire i predatori, simulando quelli di un animale più grande. Con un’apertura alare che varia tra i 50 e i 65 millimetri, è una delle farfalle più grandi e vistose presenti nel nostro continente, ma è comune anche in parti dell’Asia. Una delle caratteristiche più interessanti di questa specie è la sua capacità di sopravvivere all’inverno in stato di ibernazione, spesso nascosta in fessure o cavitá. A primavera, gli adulti escono dal letargo e riprendono a volare per nutrirsi e riprodursi.

Una farfalla notturna in passato rara nell’area di Trieste ma ora, a causa del clima più temperato, diventata comune, è la Sfinge dell’oleandro (Daphnis nerii) appartenente alla famiglia delle Sphingidae, conosciuta per le ali lunghe e sottili con un pattern che varia dal verde chiaro al grigio, spesso con sfumature rosa o viola. Le ali posteriori sono tipicamente color rosa brillante con un bordo nero e una banda bianca. Ha un corpo robusto, con linee nere e bianche alternate sull’addome. La troviamo sugli oleandri, in quanto le sue larve si nutrono prevalentemente delle foglie di queste piante, dove depongono le uova. I bruchi sono verdi o gialli con bande trasversali e una sorta di ‘corno’ caratteristico sulla parte posteriore. Dopo il periodo di crescita, i bruchi si trasformano in pupa, da cui emerge la farfalla adulta. La Sfinge dell’oleandro gioca un ruolo importante nell’impollinazione.

È impossibile descrivere qui i numerosissimi e coloratissimi lepidotteri di cui si è parlato durante l’evento ma sicuramente merita ricordare i tanti e meravigliosi esemplari osservati durante la visita al Gabinetto Scientifico e alla Wunderkammer del Museo, per la maggior parte provenienti dall’ Asia e dall’America Latina. Tra di loro attira subito l’attenzione la Caligo teucer, comunemente nota come farfalla civetta o farfalla gufo a causa dei disegni a forma di occhio sulle ali, che ricordano appunto gli occhi di un gufo o di una civetta. Le sue ali possono raggiungere anche i 15-20 centimetri, presentano il lato superiore di solito marrone scuro o bluastro scuro, mentre il lato inferiore ha gli ocelli caratteristici. Queste macchie oculari sono un meccanismo di difesa per scoraggiare eventuali attacchi.

Una delle curiosità che ha affascinato molto il pubblico, è stata la spiegazione della colorazione delle ali delle farfalle. Può essere influenzata sia da fattori genetici che ambientali e può derivare da due principali processi: la pigmentazione e la struttura delle ali. Nel primo caso, alcuni colori sono il risultato di pigmenti chimici che assorbono certe lunghezze d’onda della luce e ne riflettono altre. Ad esempio, la melanina produce colori scuri come marrone o nero, mentre altri pigmenti possono produrre colori come il giallo, l’arancione o il rosso. Questi colori assolvono a varie funzioni, come il mimetismo, l’attrazione di compagni, la segnalazione di velenosità o sgradevolezza per i predatori.
Riguardo alla struttura delle ali, Melotti ha spiegato che molti dei colori più vivaci e iridescenti sono il risultato di strutture microscopiche, presenti appunto sulle ali, che rifrangono e riflettono la luce in modi specifici. Questo fenomeno, noto come colorazione strutturale, può creare effetti spettacolari, come sfumature brillanti di blu, verde, o anche colori che cambiano a seconda dell’angolo di visione. I colori strutturali sono spesso utilizzati nei corteggiamenti o come segnali visivi in altre interazioni sociali. La variazione nei colori delle ali può essere significativa tra specie diverse, ma anche tra maschi e femmine della stessa specie. Spesso, i maschi hanno colori più vivaci o modelli più complessi sulle ali rispetto alle femmine, utilizzati per attrarre queste ultime o dissuadere i rivali. Inoltre, i colori e i modelli sulle ali delle farfalle possono anche essere legati all’ambiente  in cui vivono. Ad esempio, le farfalle che vivono in foreste ombrose possono avere colori più scuri o modelli che le aiutano a mimetizzarsi tra le foglie e i tronchi degli alberi.

Dopo questo interessante e coinvolgente evento, non ci resta che invitarvi al terzo appuntamento di ‘Dialoghi di Scienza’, che si terrà sempre al Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, in programma per il 7 febbraio 2024, dalle 17:30 alle 18:30, intitolato “Tra evoluzione e biodiversità: da Darwin a oggi’. A parlare sarà Marco Paparot, biologo e presidente di Ecothema, che, trattando gli aspetti cruciali del pensiero evolutivo, da Darwin e Wallace a Stephen Jay Gould, ci guiderà in un viaggio attraverso le complessità e le bellezze dell’evoluzione biologica. Paparot si propone anche di sfatare alcuni miti e inesattezze comuni sull’evoluzione, come la percezione errata che essa sia una “legge del più forte” o che dipinga un’immagine crudele della natura.
Come anticipazione al Darwin Day, che ricorre il 12 febbraio, questo evento rappresenta un’opportunità per immergersi nelle meraviglie e nelle comprensioni scientifiche dell’evoluzione, un tema che continua a ispirare e illuminare il nostro posto nel mondo naturale.

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Dialoghi di Scienza: Un Viaggio alla Scoperta delle Meraviglie Scientifiche

Per chi già ci conosce sa che al cuore della missione di Ecothema c’è da sempre la passione per la divulgazione scientifica, l’educazione ambientale e la didattica museale. Perciò siamo felici di annunciare il lancio del nostro nuovo ciclo di attività divulgative: “Dialoghi di Scienza”. Si tratta di cinque incontri che inizieranno mercoledì 29 novembre 2023 per concludersi mercoledì 27 marzo 2024 e che avranno luogo presso il Museo Civico di Storia Naturale di Trieste in via dei Tominz 4. Sono un invito aperto a tutti per esplorare e comprendere meglio il mondo affascinante della scienza e restare aggiornati sulle scoperte più recenti. 
La scienza non è solo una materia di studio; è una finestra sul mondo, un modo per capire la vita, l’universo e tutto ciò che ci circonda. “Dialoghi di Scienza” nasce dalla volontà di Ecothema di rendere la scienza accessibile e coinvolgente per tutti, indipendentemente dall’età o dal bagaglio culturale. Intendiamo sfidare le percezioni comuni e stimolare curiosità e meraviglia verso gli argomenti scientifici. 

Il calendario degli appuntamenti

Gli appuntamenti

Per ciascun incontro, abbiamo coinvolto esperti nei rispettivi campi – paleontologi, biologi, antropologi – per guidare il pubblico in questi viaggi di scoperta. Ad ogni evento abbiamo abbinato una visita guidata nelle sale espositive del Museo di Storia Naturale, permettendo così un apprendimento vivace e coinvolgente.  Crediamo fermamente che la conoscenza sia un bene prezioso e che la divulgazione scientifica sia essenziale per una società più consapevole e informata. 

Gli argomenti trattati spaziano dalle origini dell’uomo, compiendo un viaggio, assieme al biologo Marco Paparot, attraverso le più recenti scoperte nel campo della paleoantropologia, con interesse specifico alle nuove teorie che hanno rivoluzionato la nostra comprensione di questo tema, alle affascinanti farfalle, grazie all’incontro con il giornalista scientifico Eugenio Melotti che sensibilizzerà sulla salvaguardia degli insetti, spesso trascurati nelle discussioni ambientali, e dedicherà un focus ai lepidotteri e al loro ruolo nell’ecosistema. Sempre Marco Paparot ci parlerà di evoluzione delle specie esplorando le idee e i fraintendimenti comuni sull’evoluzione per selezione naturale, con una riflessione sulle moderne interpretazioni scientifiche del concetto. Ci sarà un approfondimento sull’ uomo di Neanderthal con l’antropologa Alice Testa, con la quale si analizzerà la vita di questa affascinante specie umana e il suo rapporto con l’Homo sapiens, andando a contestualizzare e chiarire i concetti spesso fraintesi e discutendo sui più recenti ritrovamenti fossili e reperti di DNA. Il ciclo di incontri si concluderà con il geologo Kevin Milocco che parlerà del coccodrillo preistorico Acynodon, un fossile eccezionale del Villaggio del Pescatore e spesso oscurato dalla fama dei dinosauri. Si esploreranno le sue caratteristiche uniche e il suo ruolo nell’ecosistema del Cretaceo. 

Ogni appuntamento prevede una presentazione nella sala incontri e una visita guidata agli spazi espositivi del Museo di Storia Naturale attinenti al tema trattato, per rendere l’esperienza il più possibile immersiva e formativa. 

Per informazioni e prenotazioni:
E-mail: ecothema@gmail.com 
Tel.: +39 320 2753277 (Marco Paparot) | +39 339 4580197 (Dorian Lorenzutti) 

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Innovazione e Sinergia al centro dell’Eureka Day 2023

Giornata entusiasmante, ricca di spunti, idee, incontri speciali e future collaborazioni.

Ecco come, in sintesi, possiamo definire venerdì 13 ottobre a Villa Manin di Passariano sede per un giorno di Eureka Day 2023, momento di confronto e incontri B2B, promosso dalla Direzione Cultura e Sport della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia e al quale, noi di Ecothema, eravamo presenti.

Il convegno “Cultura e Creatività 4.0” ha occupato la prima parte della giornata. L’evento ha evidenziato l’importanza della democratizzazione dell’accesso ai contenuti culturali. La narrazione digitale e l’uso della tecnologia sono stati identificati come catalizzatori per rendere la cultura più accessibile e coinvolgente, soprattutto in un’era dove il “phygital” – la fusione tra esperienze fisiche e digitali – sta guadagnando sempre più terreno. Questo approccio non solo rinvigorisce la fruizione dei monumenti storici e delle esperienze culturali, ma mette in luce anche l’importanza delle relazioni umane nella creazione di un’esperienza culturale ricca e multi-sfaccettata.
L’Eureka Day ha esplorato quindi nuove forme di consumo della cultura e ha messo l’accento sulle esperienze immateriali e sulla tutela della proprietà intellettuale. È stato poi rilevato come la modalità di lavoro vincente non sia quella che segue un modello gerarchico, bensì quella che abbraccia il modello della coprogettazione, una strategia che incoraggia la partecipazione attiva e la collaborazione tra gli stakeholder coinvolti. L’intersezione tra turismo e cultura è stata un’altra area di riflessione. La sostenibilità è stata un argomento di discussione cruciale, con un focus particolare sulla sostenibilità sociale, culturale ed economica. In un mondo in rapida evoluzione, l’adattabilità e la consapevolezza sociale sono essenziali.

La sessione B2B

Il Vicegovernatore e Assessore alla Cultura, Mario Anzil, intervenuto all’evento, ha riconosciuto e sottolineato il forte impegno della Regione FVG nell’incentivare lo sviluppo delle iniziative culturali. L’aumento delle risorse finanziarie destinate a questo settore evidenzia il desiderio di promuovere un rinnovamento culturale e creativo. Secondo Anzil, è essenziale utilizzare queste risorse in modo efficace, supportando la nascita e il rafforzamento delle imprese culturali e creative. Riflettendo sulla ricca storia pluriculturale della regione, il Vicegovernatore ha sottolineato l’importanza di una visione condivisa, arricchita da diverse voci e opinioni. Questa visione è ancor più significativa alla luce della futura esperienza di Nova Gorica e Gorizia come capitali europee della cultura nel 2025 e della candidatura di Pordenone come capitale italiana della cultura nel 2027. Il Friuli-Venezia Giulia, quindi, non è solo un partecipante nel campo della cultura ma aspira a diventare un leader riconosciuto e rispettato a livello internazionale.

Nel pomeriggio hanno avuto luogo gli incontri B2B, ideati per favorire la conoscenza e lo scambio tra imprese culturali e creative e imprese tradizionali. Più di 100 le realtà registrate e protagoniste degli oltre 400 incontri programmati. Questa intensa attività ha confermato il ruolo dell’Eureka Day non solo come un evento di networking, ma anche come un incubatore di idee innovative e una preziosa occasione per future collaborazioni strategiche con una visione condivisa.