Pubblicato il

La metamorfosi della sfinge

Il giardino di casa nostra potrà anche avere un aspetto incolto, ma se lo lasciamo così è perchè vogliamo lasciargli il suo equilibrio spontaneo. Tagliando l’erba ogni settimana, si toglie lo spazio in cui vivono insetti, rospi e altri piccoli animali.

E’ così che una mattina di agosto abbiamo incontrato fra l’erba questo simpatico bruchetto:

Nessuna descrizione disponibile.

Si tratta di un bruco della sfinge dell’euforbia (Hyles euphorbiae). Da adulto diventa una splendida falena, ma qui è ancora allo stadio larvale.
Il suo nome deriva proprio dall’abitudine di mangiare l’euforbia. I suoi splendenti colori servono per allontanare eventuali predatori: il pattern di rosso/bianco/nero è infatti un segnale diffuso di pericolosità. Serve a preavvisare: non mangiatemi, perchè sono velenoso, pericoloso, o perlomeno indigesto. C’è da dire che alcuni animali barano, e usano questo segnale anche se effettivamente sono innocui e appetitosi: una strategia chiamata “mimetismo batesiano”. Ma nel caso del nostro bruco, si tratta di un messaggio onesto: l’euforbia di cui si nutre ha un lattice caustico, e perciò anche la larva prende un sapore non certo piacevole.
Il corno sul sedere del bruco, invece, è una piccola bugia: non è veramente un aculeo, non ha veleno nè è in grado di ferire; ma serve ugualmente a scoraggiare altri animali malintenzionati. Inoltre, a causa del corno, capita che i predatori più ostinati scambino quello che in realtà è il termine del corpo per una testa: così attaccano in quella zona, causando meno danni di quanti ne farebbero colpendo il capo.

Abbiamo deciso di raccogliere il bruco, e di tenerlo in un terrario per poterlo osservare nella fase che precede alla metamorfosi. Allevarli non è difficile: basta lasciare a loro disposizione abbondanti rametti di euforbia. Le piante devono essere sempre fresche; e attenzione, perchè l’appetito di questi bruchi è davvero massiccio!
Inoltre è necessario che ci sia un po’ di terra: a differenza delle altre farfalle, che formano il bozzolo direttamente sul ramo di una pianta, le sfingi scavano nel terreno, e lì si impupano.

Il nostro bruco ha mangiato a quattro palmenti, ma dopo alcuni giorni non si è più visto: era sceso sottoterra, per prepararsi alla metamorfosi. E dopo meno di una settimana, dalla terra è uscita una splendida falena, con un elegante contrasto di verdi scuri i e rosa pallidi.

Nessuna descrizione disponibile.

Naturalmente, abbiamo scelto di liberarla, facendola volare nel nostro giardino. Ma prima di spiccare il volo, è necessario scaldare i motori!

La sfinge deve agitare le ali per asciugarle, e anche per scaldare il corpo. Dopo alcuni minuti, finalmente si parte: la falena ci svolazza attorno, come per salutarci, e poi parte, fino a scomparire all’orizzonte. Chissà, forse tornerà per deporre le uova, e anche il prossimo anno troveremo i suoi bruchi fra l’erba del giardino!

Pubblicato il

Ecothema ed Esplora Carso nella foresta di Tarnova

Sabato 8 agosto abbiamo organizzato un’escursione “in gemellaggio” assieme alle bravissime guide di Esplora Carso, nella foresta di Tarnova.
Il punto di ritrovo era a Gorizia, alle prime ore del mattino. Già a quell’ora la temperatura iniziava a essere molto calda… ma per fortuna basta mezz’ora di macchina, e si arriva in questa foresta freschissima.

Foto by Gaia Zanin – Ecothema

Dopo un giro di presentazioni, è il momento di partire. Il cammino è facile, su una strada sterrata con pendenze leggerissime. Ci si inoltra nella foresta di abeti e di faggi: la quiete del bosco ci avvolge, si sente un profumo di resina e foglie. La città, con i suoi problemi e la sua frenesia, sembra distante anni luce – un altro mondo.

Foto by Yannick Fanin – Esplora Carso

Da subito il sottobosco svela i suoi colorati segreti. Farfalle come l’Argynnis, arancione a macchioline scure, o l’Erebia, con il suo cupo manto segnato di rosso vivo. La Colias, dalle ali color giallo intenso: a vederla volare, pare un fiore sospeso nell’aria. La Vanessa atalanta, con i suoi colori esplosivi, bianco nero e rosso: non a caso il suo nome comune è “vulcano”.

Ma non c’erano solo farfalle. Fra i fiori c’erano anche api domestiche e selvatiche, i bombi, e coleotteri come il Leptura: un cerambicide che imita i colori delle vespe, per allontanare con l’inganno i predatori. Questo invece è un icneumonide, una piccola ed elegante vespa:

Foto by Gaia Zanin – Ecothema

Si prosegue il cammino. Dopo pochi passi, ci si para di fronte un ospite inatteso. Una dei partecipanti richiama l’attenzione su una piccola cosina che si muove, proprio in mezzo al sentiero. Ci chiniamo per osservarla, e la sorpresa è davvero bella: è un Morimus funereus, un altro cerambicide, estremamente raro e protetto dalla legge. Il nome, a dir poco lugubre, è dovuto al colore un po’ funebre delle sue ali; una tinta grigio scuro, quasi azzurra, triste ma allo stesso tempo molto bella. La sua presenza, però, è un segno positivo: è un insetto molto delicato, e se lo si incontra significa che il bosco è in buona salute, e l’aria è pulita.

Il Morimus funereus è un’animale xilofago; si nutre cioè di legno morto, di rami e tronchi in decomposizione. Anche per questo è importante riconsiderare la gestione del bosco: spesso si crede che pulirlo eliminando rami e alberi morti contribuisca alla salute del bosco, ma in realtà non si fa che impoverirne la biodiversità.

Foto by Yannick Fanin – Esplora Carso

A osservarlo da vicino, notiamo che alla povera bestiolina manca un’antenna. Spesso è così: la vita è dura, e anche nel bosco non risparmia colpi bassi. L’osservazione dà il via all’immaginazione: come sarà successo? Il morso di un predatore, lo scontro con un ciclista sul sentiero, un incidente di volo?

Nella foresta non abitano soltanto gli insetti. Nelle pozzanghere è possibile imbattersi nelle tracce dei grandi mammiferi che abitano in questa zona.

Foto by Gaia Zanin – Ecothema

Queste sono le orme di un ungulato. Come ci ha spiegato Marta Pieri di Esplora Carso, si tratta di un piccolo di capriolo: si possono distinguere le orme da quelle dei cerbiatti perchè in questo periodo dell’anno i giovani del cervo non sono più così piccoli!

A questo punto siamo arrivati in un luogo dall’atmosfera a dir poco magica: la Ledena Jama, che letteralmente significa “grotta ghiacciata”. E’ una profonda dolina, che sul fondo prosegue con una grotta dall’ampia imboccatura. Già avvicinandosi si sente che l’aria è fresca, anzi, decisamente fredda: giunti alla caverna, infatti, si incontra addirittura il ghiaccio, rimasto lì ancora da questo inverno! In passato, quando non c’erano i frigoriferi, grotte come queste erano un’importante risorsa: il ghiaccio veniva estratto in grossi cubi, che venivano destinati alla vendita nelle città circostanti.

Foto by Yannick Fanin – Esplora Carso

Fra una meraviglia e l’altra, sono già passate 5 ore. Nel bosco il tempo scorre con leggerezza e quiete: quasi non ci si accorge, ma è già l’ora di tornare. Lungo la discesa verso il parcheggio, però, la foresta ci lascia un ultimo dono: la penna di un rapace notturno.

Foto by Gaia Zanin – Ecothema

Il faunista Yannick Fanin di Esplora Carso ci ha spiegato come riconoscere le penne di un rapace notturno: le parte terminale delle barbette è sfrangiata, come se avesse le “doppie punte”: è un accorgimento che rende il volo dell’animale estremamente silenzioso, permettendogli così di piombare sulla preda senza farsi scoprire. La penna potrebbe appartenere all’Allocco degli Urali, un magnifico strigide che frequenta la foresta di Tarnova.

Infine, viene il momento di salutarsi e tornare a casa. Ma sia noi che i ragazzi di Esplora Carso stiamo già preparando nuove escursioni, per portarvi a scoprire gli stupendi luoghi naturali che circondano le nostre zone!

Pubblicato il

La seconda conferenza sui dinosauri – grazie a tutti!

L'immagine può contenere: 1 persona, il seguente testo "Francesco Federica Don... GaiaZanin MarcoPap Illustra Encyelo lopediaof Dinosaurs" illustrazionediJohn Sibbick 1985 Partecipanti Francesco GaiaZanin (Ospite) Andrea Federica Gabriele MarcoPap Miryam Invita Riattivailmioaudio"

Con questo spinosauro danzerino, ringraziamo tutti quelli che hanno seguito la nostra conferenza di ieri sera, su paleoarte e dinosauri carnivori!

Ecothema non sta con le mani in mano… stiamo già preparando nuove attività, sia online che dal vivo.

L’8 agosto vi porteremo nella foresta di Tarnova, con un escursione assieme alle guide di Esplora Carso – esperienze nella natura del F.V.G. A questo link trovate tutte le informazioni e il modo per partecipare (la prenotazione è obbligatoria).

In questi giorni abbiamo poi ricevuto una straordinaria notizia: sarà nuovamente possibile organizzare visite guidate nei musei scientifici di Trieste! Presto ve ne parleremo più dettagliatamente 

Pubblicato il

Escursione nella foresta di Tarnova

Per sabato 8 agosto stiamo organizzando un’escursione nella foresta di Tarnova, assieme alle bravissime guide di Esplora Carso.
E’ una foresta in Slovenia, a pochi chilometri da Gorizia, subito oltre il confine. Un luogo incontaminato, in cui la natura mostra tutta la sua bellezza a selvaggia. Ci vivono uccelli e insetti rari, anfibi e rettili, l’orso e la lince, persino il lupo…

L'immagine può contenere: pianta, albero, spazio all'aperto e natura

Per studiare il percorso, siamo andati a fare un sopralluogo insieme a Marta e Yannick, le guide di Esplora Carso. E’ stata una bellissima passeggiata all’ombra del bosco, in un’atmosfera da sogno.

Nel sottobosco c’erano molti fiori stupendi, come l’Astranta major (una specie protetta della famiglia delle Apiacee) e la la Dactylorhiza maculata (un’orchidea, anch’essa protetta). Non mancavano le farfalle, fra qui questa del genere Erebia.

Abbiamo poi avuto la fortuna di incontrare l’ululone dal ventre giallo, un piccolo anfibio al tempo stesso timido e vistoso. Quando rimane fermo in acqua, è molto difficile vederlo, perchè il dorso ha un colore scuro e molto mimetico. Quando però viene disturbato da un predatore, l’ulone si capovolge, e mostra la pancia, che è di uno splendido colore giallo brillante. Il predatore sa che questa tinta vivace è un segnale ben preciso: meglio non mangiare quell’animale, perchè è velenoso.
Con questa doppia strategia, l’uluone sfrutta i benefici di due mimetismi diversi: quello criptico e quello aposematico. L’aposematismo, o colorazione vessillare, consiste infatti nel “dichiarare” apertamente la propria pericolosità attraverso colori vivaci, per scoraggiare in partenza eventuali predatori.

Se volete scoprire questa foresta meravigliosa, venite assieme a noi il prossimo sabato, 8 agosto 2020. Cammineremo fra alberi maestosi, sulle tracce di lupi e orsi. Vi racconteremo tutti i segreti dei selvaggi abitanti di questo bosco.

Il ritrovo è alle ore 9.15 a Gorizia; l’escursione dura 5 ore e mezza.
Il percorso è facile e adatto a tutti, con dislivelli minimi. Si raccomanda comunque l’utilizzo di calzature tecniche (scarpe da ginnastica o scarponcini) ed abbigliamento adeguato (a strati, pantaloni lunghi per la presenza di zecche). Portare con sé acqua e pranzo al sacco; consigliato un binocolo per vedere uccelli e altri animali.
L’escursione verrà svolta in caso di bel tempo, si fa riferimento alle previsioni di http://www.meteo.arso.gov.si entro il giorno precedente all’escursione.

Il costo è di 12 € per adulti, 8 € per bambini fino ai 6 anni. La prenotazione è obbligatoria, scrivendo una mail a pieri.marta.guidanat@gmail.com o telefonando al +393279570474 (anche Whatsapp) Marta.

Pubblicato il

Com’è andata la prima conferenza sui dinosauri

Un dinosaurico grazie a tutti i partecipanti alla conferenza del 23 luglio! 🦖🦕🦖🦕
Ci ha fatto davvero piacere vedere l’interesse con cui ci avete seguito, e la vostra passione nelle domande finali 😊

L'immagine può contenere: 2 persone, il seguente testo "Una lrsmricotrzd Stegosaurus,diA Tobin (1884) GaiaZanin I primi fossili di stegosauro furono scoperti da Othniel Charles Marsh nel 1877 in Colorado."

Era la prima conferenza online che organizzavamo, ma anche dal punto di vista tecnologico è filato tutto liscio! A metà conferenza è arrivato persino un temporale estivo di quelli belli forti, e il pensiero che un fulmine potesse causare un blackout o far cadere la linea ci ha messo un po’ di strizza… ma nemmeno i tuoni sono riusciti a fermare i dinosauri!

Vi ricordiamo che il prossimo giovedì (30 luglio) ci sarà la seconda conferenza online dedicata ai dinosauri carnivori. Potrete seguirla anche se non avete partecipato alla prima…

Trovate tutte le informazioni su come iscriversi al link http://ecothema.org/product/conferenza-i-dinosauri-come-non-li-avete-mai-visti-parte-2-carnivori/

Pubblicato il

“I dinosauri come non li avete mai visti” – conferenze

Come si immaginavano i dinosauri, quando sono stati rinvenuti i primi fossili? E come sono cambiati nel corso del tempo, grazie alle nuove scoperte e alle innovazioni scientifiche?

Abbiamo deciso di organizzare due conferenze online sulla piattaforma ZOOM. Il 23 luglio si parlerà dei dinosauri erbivori, mentre il 30 luglio sarà la volta dei carnivori. L’ inizio è alle ore 18:00, la durata è di circa un’ora e mezza.
Il costo per la partecipazione è di 6 € a serata. Si può anche scegliere di partecipare soltanto a uno degli appuntamenti.

I primi scopritori di fossili di dinosauri si trovarono di fronte a un vero e proprio enigma. I resti erano pochi e sparsi ed era davvero difficile immaginare come doveva esser stata la bestia a cui appartenevano. Per ricostruirla, non restava che usare la fantasia.
Dall’incontro fra scienza e immaginazione è nata così una nuova disciplina: la paleoarte.
Vi mostreremo i quadri dei più famosi pittori di paleoarte dei secoli scorsi. Sono veri e propri capolavori di creatività e talento: laddove mancavano le prove scientifiche arrivava l’immaginazione e l’arte.
Andremo avanti nel tempo fino ad arrivare al “rinascimento dei dinosauri” degli anni ’80, quando nuovi fossili e nuove scoperte stravolsero l’immagine dei dinosauri: da quel momento non vennero più dipinti come grossi e stupidi lucertoloni, ma come belve feroci. In linea con le mode del tempo, i colori si fecero sgargianti, quasi fluo, con pose a volte bizzarre e divertenti.
Da Jurassic Park in poi, si apre una nuova era nell’immaginario dei dinosauri. Un’epoca fatta di altre fantastiche scoperte, di computer grafica e nuove tecniche di illustrazione. Ma è ai nostri giorni che possiamo assistere a una vera e propria rivoluzione: le ultime scoperte di fossili ci svelano che molti dinosauri avevano addirittura le piume!

Trovate tutte le informazioni per acquistare l’ingresso al link https://ecothema.org/conferenze/

Pubblicato il

Il nuovo sito di Ecothema

Durante i mesi di pausa forzata per la quarantena, abbiamo pensato a tante novità da offrirvi, per coinvolgervi sempre di più nella nostra passione per la natura.

Per questo abbiamo deciso anche di rinnovare completamente il sito. Ora potete sfogliare tutto il catalogo delle nostre offerte: visite guidate nei musei, escursioni, attività didattiche, conferenze…

Continuate a seguirci per rimanere aggiornati su tutti i prossimi appuntamenti!